SALVATORE ESPOSITO «LO SCIAMANO»

«TU DICI SEMPRE CHE IO PER TE SONO COME UN LIBRO APERTO. IN EFFETTI HAI RAGIONE, IO SONO: QUESTO.»

Ho una nuova lettura da consigliarvi dal titolo “Lo Sciamano”, un thriller avvincente, accattivante e per certi versi agghiacciante che nasce dal genio di Salvatore Esposito.

Sicuramente questo nome non vi suonerà nuovo infatti lui, Salvatore Esposito (@salvatoreesposito), è diventato celebre grazie alla serie televisiva “Gomorra”. Quello è stato il suo trampolino di lancio nel mondo della televisione e del cinema ed io, come molti di voi, l’ho conosciuto, apprezzato e follemente amato proprio grazie a quella serie e quel ruolo che ha saputo ricoprire assai divinamente[1]. Un ragazzo che si è letteralmente “fatto da solo”, che ha coltivato una passione, un sogno, che si è impegnato sino a che quel sogno, che sembrava tanto irrealizzabile e lontano, non è diventato realtà[2].

Già leggendo la trama possiamo facilmente intuire che la vicenda raccontata sarà parecchio coinvolgente e appassionante. Come accade per qualsiasi libro, la trama la potrete trovare ovunque online, ed è per questo che io, con questo post, vorrei entrare un poco più nel dettaglio della storia e svelarvi qualche particolare in più. È stata per me una scoperta e una lettura assai piacevole; un libro che si lascia leggere con facilità e che intriga il lettore e lo coinvolge così intensamente che questo ne viene rapito e risucchiato come per magia, e si trova a viaggiare nel tempo al fianco dello stesso protagonista, Christian Costa, a percorrere con lui i vicoli di Napoli, i corridoi della questura, le stradine ed i boschi che circondano Riparossa in provincia di Benevento, località nota per la caccia alle streghe. Il lettore si trova a vivere gli stessi incubi di Christian Costa, a ragionare con lui e come lui e, come in ogni thriller che si rispetti, a cercare di scovare il volto dell’assassino ancor prima che lo faccia il protagonista.

Non è per nulla scontato arrivare a capire chi sia il serial killer, chi si nasconde dietro la maschera nera e soprattutto il motivo per il quale agisce. L’autore infatti, ci fa crede più di una volta, che l’assassino sia un determinato personaggio, per lasciare tutti stupiti verso il finale. E magari scoprire che l’assassino non è uno soltanto, ma più d’uno e perché no, arrivare ad immaginare come e perché ad un certo punto possa nascere una “alleanza”, un “patto” o meglio una “tregua” tra lo spietato serial killer e Christian Costa.

Il protagonista, Christian Costa, soprannominato “Lo Sciamano”, un profiler, un esperto di delitti rituali, un uomo particolare, stravagante, che viene descritto come un gigante, un uomo possente, che viaggia sempre con questo impermeabile nero lungo sino a terra e con un paio di occhiali da sole scuri che nascondono i suoi occhi, il suo sguardo tagliente, e che simbolicamente nascondono anche il personaggio stesso agli occhi degli altri. Un uomo intelligente, preparato, che nasconde un passato tormentato, ignoto, ancora tutto da svelare; un uomo alla ricerca delle origini, un professionista travolto dagli incubi, un appassionato di stregoneria ed esoterismo, uno sciamano.

Il libro mi ha appassionata molto anche perché non l’ho mai trovato banale e perché mi ha fatto scoprire un mondo che non sapevo esistesse prima: mi piace imparare cose nuove leggendo i libri, soprattutto romanzi, thriller, libri insomma, da cui non ti aspetteresti certo di imparare qualcosa. Fa da sfondo infatti, il racconto delle streghe, delle janare di Benevento. Secondo le più antiche leggende, le janare di Benevento si riunivano sotto un immenso noce lungo le sponde del fiume Sabato ed invocando una strana litania, tenevano i loro sabba in cui veneravano il demonio sotto forma di caprone. La leggenda racconta che le janare uscissero di notte per intrufolarsi nelle stalle dei cavalli e prendere una giumenta da cavalcare per tutta la notte. Capitava a volte che la giumenta sfinita dalla lunga cavalcata non sopportasse lo sforzo immane a cui era stata sottoposta, morendo di fatica. Per evitare il rapimento delle giumente i contadini erano soliti sistemare dei sacchi di sale o delle scope davanti alle porte delle stalle, poiché le janare non potevano resistere alla tentazione di contare i grani di sale o i fili della scopa e mentre loro fossero state intente nella conta, sarebbe venuto il giorno e sarebbero dovute fuggire. Le janare erano inoltre streghe molto potenti che sapevano preparare pozioni utilizzando erbe trovate nei boschi in cui vivevano. Furono a lungo perseguitate come tutte le streghe e sottoposte a torture atroci dal tribunale dell’Inquisizione: venivano bruciate vive, lasciate a morire per dissanguamento o di stenti, imprigionate e percosse fino allo sfinimento e questo perché tacciate di essere adoratrici di Satana e portatrici di tutti i mali del mondo.

“(...) Nella vetrina, poco lontano dal ritaglio di giornale sul ritorno delle streghe, c’è appeso un cartello che segnala che nel negozio si decorano pergamene a mano.

A titolo dimostrativo, su una pergamena è riprodotta, con lettere calligrafiche, una frase             “Niente è come sembra, niente è come appare, perché niente è reale”. (...)”

Per goderselo appieno, il libro va letto tutto d’un fiato per poi, sicuramente, lasciare spazio ad una seconda rilettura più attenta, più lenta, una lettura che ne colga, accolga e conservi i dettagli ed i particolari. Almeno per me è stato così: una prima lettura d’impeto, furiosa, ingorda oserei dire, ed una seconda lettura più matura, consapevole, atta a catturare ogni particolare che era sfuggito alla prima.

Non vorrei svelarvi altri particolari del libro, ma credo profondamente che, visto il finale (non finale perchè alcuni punti restano veramente "in sospeso"), la vicenda si presti quasi sicuramente per un sequel, una continuazione, un nuovo appuntamento che ci sappia regalare un vero e proprio finale. Certo, così facendo, Salvatore Esposito, lascia che sia il lettore a crearsi il finale come meglio desidera, ma a piacerebbe sapere quali erano le intenzioni nella mente dell'autore, e sapere che cosa accadde realmente a Christian Costa e alla sua famiglia. 


Affettuosamente vostra,

Elena
@ilbellodelledonne_blog



[1] Nella serie Gomorra, Salvatore Esposito interpreta il bello e tenebroso Gennaro Savastano [Genny], figlio del boss Pietro Savastano.

[2] Ci tengo a precisare che, dopo Riccardo Zanotti, leader dei Pinguini Tattici Nucleari, se potessi scegliere, sarebbe con estremo piacere ed onore, che intervisterei proprio lui, Salvatore Esposito, e se mai dovesse arrivare a leggere questo mio post ne sarei estremamente lusingata.

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